(ANSA) - NAPOLI, 12 GEN - Un comparto in costante e forte
crescita quello che ruota intorno al mondo della pizza. Oggi
sono circa 33mila le pizzerie in Italia, rispetto a una cifra
che 33 anni fa si fermava a 2500. Una cifra che assume ancora
maggiore rilevanza in Campania dove la pizza, tradizionalmente,
è tra i piatti preferiti dai partenopei oltre che essere, da
sempre, simbolo di Napoli nel mondo. Lo sviluppo economico
futuro per la produzione e commercializzazione del prodotto
pizza ha possibilità alte di ulteriore crescita. Soprattutto se
si considera che il fatturato derivante dal consumo di questa
pietanza amatissima è a 56 milioni di euro a settimana. Dopo la
recente decisione dell'Unesco di riconoscere quest'arte come
bene immateriale dell'umanità, il futuro del pizzaiuolo è tema
di una rinnovata sinergia tra associazioni, istituzioni e
imprenditori riuniti a Napoli. É in questa logica che si
svolgerà il Gran Galà del pizzaiuolo, organizzato da BC
Communication per lunedì prossimo, 15 gennaio, con il patrocinio
di Ismea, Regione Campania, Comune, Istituto Zooprofilattico
sperimentale del Mezzogiorno e Mostra d'Oltremare. Vedrà nella
Mostra d'Oltremare la partecipazione, tra gli altri,
dell'Associazione Mani d'Oro di Attilio Albachiara,
organizzatore anche del Trofeo Pulcinella; di Antonio Pace,
presidente della Verace Pizza, di Antonio Starita, guida
dell'Unione delle pizzerie storiche e di Sergio Miccù,
dell'Associazione pizzaiuoli napoletani.
La cornice dell'incontro è una cena di gala che vuole andare
oltre un momento di festa per lasciare che i commensali
(ciascuno, per suo ruolo, parte del composito mondo che ruota
intorno alla pizza) riflettano a voce alta e avanzino proposte
concrete per delineare il futuro del "pizzaiuolo" rispetto al
trinomio "arte, mestiere, professione". "Siamo contenti - dice
Brunella Cimadomo, organizzatore dell'evento con la Bc
Communication - di aver potuto offrire un luogo di discussione
sulle prospettive future per il pizzaiolo, oggi riconosciuto
come artista dall'Unesco e di aver messo insieme i maestri
pizzaioli, le associazioni del settore, i produttori delle
materie prime connesse alla pizza, le istituzioni".