"Insieme vogliamo affidare a Dio
Alessandro. Lo portiamo nel cuore, con la sua magica bontà. Chi
lo ha conosciuto lo sa, la bontà era la sua forza e la sua più
grande debolezza, ecco perché ha pagato il prezzo più alto".
Così don Cristiano Marcucci nel corso della sua omelia alla
messa in memoria di Alessandro Neri, il 29enne di Spoltore
(Pescara) ucciso a colpi di arma da fuoco e trovato morto
giovedì 8 marzo in un canale alla periferia di Pescara.
"La cosa più innaturale che possa accadere su questa terra -
ha detto - è un genitore che perde un figlio. Quando la persona
cara che si perde è un figlio, per di più perso in una
situazione brutta, questo vuoto credo si possa chiamare col suo
nome: baratro. Mi ha colpito in questi giorni che tutta la
nostra città di Pescara e non solo ci siano stati in qualche
modo dentro. Dentro questo vuoto. Le persone che amiamo sono con
noi sempre, oltre la dimensione dello spazio e del tempo".
"In questa settimana sono sempre andato a casa di Laura e
Paolo Neri - ha proseguito il religioso - e ho sempre trovato
tanta gente. Si sentiva l'aria di una famiglia accogliente,
piena, con mille difficoltà e fragilità come tutte le famiglie.
Vi ringrazio pubblicamente perché la dignità con cui affrontate
questo dramma - ha detto - per me è stata molto edificante".
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